Pubblicata la nuova brochure su LIFE e l'Economia Circolare

Pubblicata la nuova brochure su LIFE e l'Economia Circolare (Piattaforma delle conoscenze)

È stata pubblicata da poco una nuova brochure LIFE che si concentra sull’economia circolare, una delle più grandi sfide ambientali, sociali ed economiche dei prossimi 30 anni. La brochure mette in evidenza i risultati raggiunti dal Programma  LIFE e quelli che saranno i prossimi passi  per contribuire alla transizione verso una economia circolare. 
La pubblicazione raccoglie più di 100 progetti di successo, coprendo vari settori tematici quali la produzione, il consumo, la gestione dei rifiuti, il mercato delle materie prime secondarie e cinque settori prioritari individuati nel piano d'azione dell'economia circolare dell'Ue del dicembre 2015. I progetti riportati sono stati scelti per il loro alto grado di replicabilità, divenendo una fonte di ispirazione per tutti coloro che lavorano nel settore per rendere l'economia più efficiente in termini di risorse.

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Assimilazione dei rifiuti - decreto entro 120 giorni

Assimilazione dei rifiuti, il Tar: «Ministero adotti decreto entro 120 giorni» Luigi Palumbo

Illegittimo. Così il Tar del Lazio, sezione seconda bis, ha definito il ventennale silenzio del Ministero dell’Ambiente in materia di assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, in una sentenza nella quale si obbliga l’ente di via Cristoforo Colombo ad adottare, entro un termine massimo di 120 giorni, il decreto ministeriale atteso ormai dal lontano 1997, ovvero dall’anno dell’entrata in vigore del cosiddetto “decreto Ronchi”. È da quella data infatti che il Ministero avrebbe dovuto definire i criteri qualitativi e quantitativi in base ai quali i comuni (che dovrebbero gestire solo i rifiuti prodotti dalle utenze domestiche) possono far rientrare nei confini della loro privativa anche alcuni tipi di rifiuti speciali prodotti dalle attività artigianali, industriali o commerciali – soprattutto imballaggi – che di norma non dovrebbero essere gestiti dal servizio pubblico ma smaltiti o avviati a recupero in proprio dalle imprese, affidandoli agli operatori privati della raccolta rifiuti.
In assenza di regolamentazione nazionale, negli ultimi vent’anni ogni comune ha adottato il proprio regolamento di assimilazione in totale autonomia, con l’obiettivo, secondo associazioni di categoria come Cna, Federdistribuzione e Assoambiente che da tempo si battono per l’adozione del decreto ministeriale, di riportare il più possibile i rifiuti speciali entro i confini della privativa comunale. Con ricadute importanti sul fronte fiscale per le aziende produttrici di rifiuti, spesso costrette dai meccanismi di assimilazione a pagare tributi vertiginosi, e su quello della concorrenza per le aziende della raccolta, che l’eccessiva assimilazione priva di materia preziosa da raccogliere e avviare a trattamento. Motivo per cui, negli ultimi vent’anni, il caso assimilazione è stato al centro di un numero elevatissimo di contenziosi in sede amministrativa.
Come quello conclusosi lo scorso aprile con la sentenza in questione, che ha visto condannati oltre al Ministero dell’Ambiente, anche il Ministero dello Sviluppo economico e il Comune di Reggio Emilia. I tre enti erano stati chiamati in causa lo scorso novembre da un’azienda bolognese operante nel settore rifiuti, attiva soprattutto sul fronte della raccolta e avvio a riciclo della carta da macero, che aveva presentato ricorso «lamentando – scrive il Tar nella sentenza – di essere gravemente danneggiata, in termini di ingiusta sottrazione di risorse e beni al mercato privato e di elevato versamento Tari, dalla eccessiva assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani effettuata dalle Amministrazioni comunali a causa della mancanza di una regolamentazione ministeriale» prevista dall’articolo 195 del d.lgs. 152/2006, il cosiddetto Testo unico ambientale, e prima ancora dal d.lgs. 5/1997 (il decreto Ronchi, appunto) all’articolo 18, comma 2, lettera d.
«Il Ministero dell’Ambiente – si legge nella sentenza – pur tenuto ad adottare la regolamentazione suddetta, risulta non avere ancora completato l’iter relativo, avendo soltanto avviato “le attività propedeutiche all’adozione del decreto in questione”» cosa che «rende illegittima l’inerzia tenuta dal Ministero», che per questo motivo, hanno stabilito i giudici, dovrà adottare «di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico il decreto che fissi i criteri per l’assimilabilità dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, nel termine di giorni 120» dalla data della sentenza. Entro ferragosto insomma, e dopo vent’anni di attesa, il regolamento potrebbe finalmente vedere la luce.

CRITERI DI ASSIMILAZIONE: UN'ATTESA LUNGA VENT'ANNI
video

https://ricicla.tv/criteri-assimilazione-attesa-ventanni

TASSA SUI RIFIUTI (TARI): DETERMINAZIONE SUPERFICE TASSABILE
risoluzione n. 2 del 9 dicembre 2014 Ministero delle Finanze (PDF)

http://www.finanze.it/export/sites/finanze/it/.content/Documenti/Varie/Risoluzione_n._2DF_x9_dicembre_2014x.pdf

Uso efficiente delle risorse Imperativo per le imprese

Come si può fare?
Negli ultimi decenni, il cambiamento dei paradigmi nell’impiego delle risorse ha dimostrato che è perfettamente possibile compiere progressi nell’uso efficiente delle risorse.
Nel corso degli ultimi 20 anni il riciclaggio è divenuto una pratica consolidata per le imprese e le famiglie dell’UE, con importanti ripercussioni su settori quali la carta, il vetro e l’estrazione delle risorse.
Anche le norme a livello dell’UE hanno imposto una riduzione delle emissioni di CO2: dal 1990, le emissioni di gas a effetto serra nell’UE sono diminuite di oltre il 10 %, mentre le economie europee sono cresciute di circa il 40 % nello stesso periodo.
Esistono cinque regole auree per aumentare al massimo la crescita economica e attenuare al contempo la pressione sulle risorse:
• Risparmio: cogliere ogni possibile opportunità esistente di risparmio delle risorse; nell’UE alcune economie sono 16 volte più efficienti di altre;
Uso efficiente delle risorse —  Imperativo per le imprese
Uso efficiente delle risorse
imperativo per le imprese
• Riciclaggio: aumentare il riciclaggio dei materiali e il riutilizzo degli elementi contenuti all’interno dei prodotti (un recente esempio è dato dai telefoni cellulari);
• Sostituzione: sostituire risorse primarie con alternative in grado di coniugare maggiore efficienza e minore impatto sull’ambiente nel loro ciclo di vita (ad esempio, attraverso l’eliminazione graduale del mercurio);
• Riduzione: rendere le risposte alle esigenze delle persone meno materiali attraverso nuovi modelli commerciali o beni e servizi realizzati con minor dispendio di risorse. Fra gli esempi sono da annoverare il peso degli autoveicoli o la possibilità di scaricare musica e prodotti di intrattenimento in modo legale da Internet anziché acquistare un oggetto fisico come un DVD;
• Valorizzazione: i decisori politici devono individuare nuovi modi di considerare il giusto valore delle risorse naturali nell’ambito delle proprie decisioni, che permettano una migliore gestione della base naturale delle nostre risorse. La pressione sull’ambiente potrà essere
allentata se impariamo a valorizzare, anche economicamente, i servizi ecosistemici e le risorse naturali.


Economia circolare infografica


http://www.europarl.europa.eu/thinktank/infographics/circulareconomy/public/index.html
http://www.europarl.europa.eu/thinktank/infographics/circulareconomy/public/index.html
http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=nama_gdp_k&lang=en

Acquisti verdi nella pubblica amministrazione

Le pubbliche amministrazioni sono chiamate a svolgere un ruolo attivo nel piano di riduzione dei rifiuti, e non semplicemente a porsi come intermediari o promotrici di azioni destinate ad altri soggetti. La P.A. può svolgere, quindi, il duplice ruolo di “cliente” e di “consumatore”, e in quanto tale può avere una forte capacità di “orientamento del mercato”. 

"i beni di oggi sono le risorse per domani al prezzo di ieri"
[The Performance Economy - L’Economia delle prestazioni, 2010, Walter R. Stahel] 


ReTuna: un modello di economia circolare

In Svezia ReTuna Aterbruksgalleria è un innovativo e rivoluzionario centro commerciale un grande magazzino dedicato al riciclo e al riuso di oggetti di seconda mano.Il centro raccoglie oggetti usati e dà loro una nuova vita, riparando se necessario gli oggetti rotti e sistemando quelli logorati rendendoli idonei alla vendita.

Dopo di che gli oggetti vengono commercializzati sugli scaffali dei negozi che si trovano all’interno del centro commerciale. I negozi, 14 in tutto, trattano abbigliamento, libri, biciclette, arredi, giocattoli, apparecchi elettronici e tecnologia, rispondendo così alle esigenze più disparate. Non manca nemmeno un ristorante-bar-caffetteria rigorosamente biologico a disposizione dei clienti.
L’idea del ReTuna Aterbruksgalleria è anche quella di fare informazione sullo sviluppo sostenibile attraverso incontri, seminari e iniziative didattiche. In realtà il modello di business stesso su cui si regge il centro insegna e divulga un nuovo modo di fare acquisti. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale riutilizzando risorse esistenti, contenere l’aumento dei rifiuti ed evitare gli sprechi, senza indicare come soluzione il dover rinunciare a fare acquisti. www.retuna.se

Che cos’è l’economia circolare?

L’economia circolare sta a rappresentare un modello di sviluppo al cui centro viene posto la sostenibilità ambientale ed economica del sistema di sviluppo nel quale non esistono più prodotti di scarto, proprio perché la materie di cui questi si compongono vengono riutilizzate ed avviate a recupero in maniera costante e sistematica. 

 
Questo sistema di sviluppo si contrappone nettamente a quello cosiddetto “lineare”, ovvero il sistema attuale dettato dal consumismo che consuma materie e prodotti e genera rifiuti. 



Potremmo definire il concetto di Economia Circolare secondo la definizione che la descrive come una economia autorigenerante

 

Di fatti in un economia circolare i flussi di materiali sono di due categorie: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera. 



E’ questa la sostanziale differenza fra l’economia circolare e quella lineare: ovvero mentre nell’economia lineare il consumo genera il rifiuto secondo la line estrazione, produzione, consumo e smaltimento, l’economia circolare organizza tutte le attività, ad iniziare da quelle estrattive e di produzione in maniera tale che di fatto il rifiuto non esista, divenendo i materiali di scarto risorse a favore di altri impieghi e di altri soggetti.
AUDIO 

RICERCA DI COLLABORATORI IN EMILIA ROMAGNA

RICERCA DI COLLABORATORI IN EMILIA ROMAGNA  
cerchiamo collaboratori per avviare nuove attività, servizi e consulenze finalizzate alla riduzione degli sprechi e al riciclo dei materiali presso micro e piccole imprese - non stiamo assumendo ma cercando disponbilità per queste attività innovative al fine di incentivare forme e metodi di economia circolare da realizzarsi in tutta l'Emilia-Romagna!
NB: invia una e-mail con allegato il tuo curriculum altrimentirisorsemateriali@gmail.com
oppure utilizza il form contattaci 

Promuovere l’economia circolare: la sfida di Altrimenti

Da rifiuto a risorsa
Promuovere l’economia circolare:  la sfida di Altrimenti

Hanno vinto l’edizione 2015 di Primo Miglio classificandosi al secondo posto per la qualità dell’idea e l’efficacia del business plan presentato, a distanza di un anno “Altrimenti Srls” è una realtà innovativa che promuove l’economia circolare. 


Economia Circolare Incontri a Milano

Il tema della Circular Economy in una serie di incontri a Milano da metà marzo a fine maggio. Organizzati da Area Ambiente di Fondazione Cariplo in collaborazione con Altreconomia.
L'Economia Circolare verrà affrontata da molteplici punti di vista: le linee guida europee, i principi giuridici, il sistema che la rende possibile, i rifiuti come spreco e come risorsa, la bioeconomia, l'impatto economico e ambientale. 

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Energia Elettrica Tutela SIMILE

tutela simile
Dal 1° gennaio 2017 tutti i clienti domestici e le piccole imprese, attualmente serviti in Maggior Tutela, possono scegliere il contratto di Tutela SIMILE, autonomamente o con l'aiuto di un una Associazione dei consumatori o di categoria per le piccole e medie imprese accreditate presso Acquirente unico.
Tutela Simile: cos'è e come funziona: Tutela SIMILE è una particolare tipologia di contratto di fornitura elettrica, istituita al fine di al fine di accompagnare il consumatore verso il mercato libero e guidarlo nel comprendere le modalità ed i meccanismi per poter scegliere consapevolmente il proprio fornitore.
Il contratto di Tutela SIMILE è offerto da fornitori del Mercato Libero, ma contiene condizioni contrattuali definite dall'Autorità, obbligatorie ed omogenee per tutti i venditori. . Per tale ragione le offerte di Tutela SIMILE sono facilmente confrontabili tra loro e con il servizio di Maggior Tutela.
Principali caratteristiche del contratto di Tutela SIMILE:
  • condizioni economiche sono analoghe a quelle del servizio di Maggior Tutela; 
  • applicazione di un bonus una tantum diverso da fornitore a fornitore, che viene applicato nella prima bolletta;
  • durata del contratto di 12 mesi non rinnovabile.
Il servizio di Maggior Tutela scomparirà nel 2018: per avviare questa fase di transizione, l’Autorità Garante per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI) ha predisposto il servizio Tutela Simile, controllato dall’Autorità ma simile al servizio proposto dal mercato libero.
La nuova offerta per risparmiare sulla bolletta è stata introdotta per permettere ai consumatori di sperimentare le nuove regole del mercato libero dell’energia che a partire dal 2018 diventeranno obbligatorie anche per i clienti che ad oggi hanno sottoscritto un contratto gas e luce a maggior tutela.
L’adesione al servizio di Tutela Simile è disponibile esclusivamente via Web dal Portale della Tutela Simile.