Plastica negli oceani: primi test nel 2016 per Ocean Cleanup Array

Plastica negli oceani: primi test nel 2016 per Ocean Cleanup Array
Due anni fa Boyan Slat, studente diciannovenne presso la Facoltà di Ingegneria Aerospaziale della Delft University of Technology annunciava la creazione di Ocean Cleanup Array, l’invenzione che sembrava finalmente rappresentare una soluzione per il grave inquinamento causato dalla presenza di plastica negli oceani. L’inventore aveva abbandonato gli studi e dato vita a The Ocean Cleanup Foundation, con lo scopo di realizzare, in crowdfunding, il progetto.

Ripulire gli oceani dai rifiuti?

Ripulire gli oceani dai rifiuti? Genialata di due australiani. Ecco come funziona il ‘Seabin
L’idea di due giovani australiani, Pete Ceglinski e Andrew Turton, per ripulire gli oceani dai rifiuti.
Complessivamente, il progetto prende il nome di “Seabin Project“.
Nel dettaglio, si tratta di un cestino che risucchia e intrappola i rifiuti grazie ad una pompa.
Per finanziare il loro progetto e iniziare a produrre i “seabin” su larga scala, i due australiani hanno lanciato una campagna di crowdfunding su Indiegogo.
Fino ad ora hanno raccolto ben 90mila dollari, circa il 39% del totale  – parliamo di 230mila dollari – necessario per avviare il progetto. 
In sostanza si tratta di un bidone galleggiante per ripulire mari e oceani dalla spazzatura, un sistema economico ed ecologico per la raccolta acquatica dei rifiuti.
Il principio è semplice: il bidone filtra l'acqua e "risucchia" al suo interno materiali di vario tipo, dalla plastica alla carta, dai carburanti ai detergenti.
L'obiettivo è quello di offrire un'alternativa ecologica alle imbarcazioni per la raccolta della spazzatura.

Ecologia a "effetto domino" - Uno degli obiettivi del progetto è quello di costruire altri Seabin a partire dai rifiuti di plastica raccolti e successivamente riciclati. In questo modo si creerebbe una sorta di "effetto domino" che porterà alla raccolta della spazzatura da mari e oceani in maniera del tutto ecosostenibile. Il meccanismo di autoproduzione dovrebbe essere inaugurato tra le metà e la fine del 2016.  http://www.seabinproject.com/